Finale

La situazione a Kelnar e nei Fiordi Desolati si era fatta insostenibile, l'alleanza dell'Assemblea dell'Eterno Patto con la progenie draconica e i membri sopravvisuti della Guarnigione Pece imperversavano nelle lande selvagge a est. Più trame si sovrapposero per la liberazione di Zalenia, e i giochi di potere che intrecciavano numerosi interessi misero alla prova i personaggi. Irelian Velkor chiese a Eldenaax di sostituire la Lista dei Soci d’Oro della Corporazione dei Mercanti con una versione falsificata, aprendo la strada all’ingerenza del clero sugli affari della città. La lista era custodita sulla Zanna di Drago, un isolotto vicino al porto di Zalenia. Eldenaax portò a termine l’incarico, garantendo così l’appoggio delle truppe e delle macchine d’assedio promesse dal clero, dopo aver risolto un enigma grazie all’aiuto dei suoi alleati.

Alcor ricevette da Vargus l’incarico di liberare i prigionieri rinchiusi sotto il Tempio di Lysara, una prigione segreta custodita dal Laceratore Grigio, creatura fedele a Irelian. Per ogni cella aperta servivano prove di furtività e intuizione, con il rischio costante di allarme. Le celle della Penitenza, i corridoi bui e le preghiere incise sui muri trasmettevano un’aura di follia e penitenza. Superata la Sala dei Guardiani, con gli angeli ciechi e la cultista di guardia, la compagnia attraversò anche la Cripta degli Ossari e la Sala delle Suppliche, fino a liberare i detenuti: tra essi anche i Lupi dei Vicoli e i compagni del Drom di Althea. In questo frangente il gruppo uccise il Laceratore Grigio, spezzando il vincolo che lo legava al clero. Vargus mantenne la parola e consegnò ad Alcor una freccia imbevuta del potere della mela bianca dell’albero di Gulthais, presente nei sotterranei della Cittadella senza Sole.

Mirage ricevette da Ines la missione di recuperare almeno tre forzieri d’oro dalla tesoreria segreta della Corporazione. Gli scrigni, custoditi dietro a trappole mortali dei Soci d’Oro, contenevano 7.000 monete ciascuno e pesavano oltre cento chili. Mirage, riuscendo nell’impresa, consegnò i forzieri a un agente alla Locanda dello Scudo Sbeccato, permettendo così di corrompere la guardia cittadina e spingerla a ribellarsi contro i non morti di Zalun.

Alla vigilia dello scontro, il piano sembrava pronto: prigionieri liberati, alleanze strette, forzieri raccolti e la lista manipolata. Tutto era in posizione per la battaglia. Lo scontro con Zalun iniziò al tramonto. Le forze radunate – prigionieri, Lupi dei Vicoli, compagni del Drom, mercanti e parte della guardia cittadina – si riversarono contro l’orda di non morti. Quando Zalun rivelò la sua vera natura, un drago verde, l’orrore si diffuse tra le truppe. La sua aura terrificante fece vacillare molti, e Mirage stesso fu costretto a restare nascosto per gran parte della battaglia, fuggendo sotto il peso della paura.

Eppure, fu proprio lui a usare l’eco insegnatogli da Sayeh per evocare Seiros e Gurt nella mischia. Sebbene la chierica non volesse che chi era stato vincolato nel nodo dell’incubo venisse liberato, aveva visto in Mirage, nei suoi gesti e nell’amore sacrificato, qualcosa che le aveva acceso una fiamma sopita da tempo. Si era innamorata di lui e, affascinata, gli aveva rivelato tutto ciò che voleva sapere, rendendo possibile il piano che da mesi aveva escogitato tenendolo segreto al resto del gruppo. Una volta aperto il portale per il nodo, Silgor svanì in un istante, ma Seiros e Gurt combatterono al fianco degli avventurieri. Per riuscire a completare la liberazione dal nodo dell’incubo, Gurt sacrificò Druss, trapassandolo con il pugnale maledetto donato da Ka’naal nell’Averus: la sua anima fu vincolata negli inferi e lo stregone e il nano furono liberi. Proiettati sulla piazza del mercato di Zalenia, i due si unirono alla compagnia nella lotta contro il drago. Con loro si liberò anche Silgor. Tutto aveva un prezzo, e Mirage era consapevole del rischio.

Ogni avventuriero scagliò le proprie risorse contro il drago e, dopo una lotta feroce, il drago verde Zalun cadde sconfitto, ma il prezzo di sangue e sacrifici fu altissimo. La caduta di Zalun non pose fine al conflitto. Una volta distrutti i non morti, le truppe liberate – prigionieri di Oltremuro e Lupi dei Vicoli – si rivoltarono contro la Guardia Cittadina, massacrando diversi Soci d’Oro. Nella confusione, Vargus e Alcor vennero catturati e imprigionati poiché si erano uniti alla ribellione degli schiavi di Oltremuro.

Ines rischiò l’arresto, ma venne salvato da Althea e Finneas. Mirage, nonostante la paura che lo aveva tenuto lontano dal drago, riuscì a prendere il controllo della crisi e a presentarsi come il vero salvatore di Zalenia: per questo fu nominato Consigliere della Corporazione dei Mercanti, consolidando il suo potere. Il suo piano, nonostante gli imprevisti e i rischi, andò esattamente come aveva organizzato da mesi ed ora era il leader della città, con la Corporazione dei Mercanti al suo servizio.

Il prezzo più amaro lo pagò Eldenaax: vide i sogni di pace dissolversi tra sangue e vendetta. Scoprì il tradimento di Irelian, che aveva usato lui e il gruppo come pedine per accrescere l’influenza del clero di Lysara. Rivide nei suoi inganni la stessa sorte di Leda, la ladra di Oltremuro che aveva promesso di proteggere e che il clero aveva già riscattato con menzogne e manipolazioni. Tradito e svuotato, Eldenaax giurò vendetta contro Lysara e il suo clero.

Nel frattempo, Mirage fu acclamato come eroe e il suo piano coronato dal successo: i forzieri garantirono il sostegno della guardia cittadina, la Corporazione consolidò la sua influenza e Irelian stessa divenne Socia d’Oro. Zalenia era salva dal drago, ma cadeva nelle mani di poteri oscuri e di nuove tirannie. Il quartiere di Oltremuro fu infine distrutto, e i membri della rivolta deportati verso un destino ignoto. Di ciò che era quella zona rimaneva solo il nome di una borgata, in cui crescevano e si sviluppavano nuovi equilibri.

L’eco della vittoria rimaneva, ma tra le macerie della città era chiaro: da quelle ceneri sarebbero sorti nuovi conflitti. Quel giorno, insignito a festa cittadina con l’approvazione di tutti i Soci d’Oro, sarebbe stato ricordato per molti anni a venire, ma il prezzo e l’amarezza portati dalla vittoria, dimenticati presto dalla gente, avevano lasciato profonde ferite tra gli eroi che lo avevano reso possibile.


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